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La sua passione era il ciclismo. In quegli anni Coppi e Bartali si sfidavano sulle salite a colpi di pedale e non c'era bambino che non sognasse il vento in faccia. Carlo non faceva eccezione. La prima bicicletta l'aveva ricevuta dal padre mancato prematuramente. Con la bicicletta Carlo ci sapeva fare e riuscì a mettere nel suo curriculum anche un secondo posto in una Bardonecchia-Torino. Ma il ciclismo, che tanto amava, non gli regalò ne gloria ne immortalità.
Fu il calcio che resero Carlo Parola immortale e simbolo universale di quello sport al quale era approdato negli anni '30. In particolare il destino di Carlo incontrò l'obiettivo Corrado Bianchi, un fotografo fiorentino freelance che, come oggi accade, seguiva l'attacco della squadra di casa dietro la porta della Fiorentina in una fredda domenica pomeriggio di gennaio. Correva il minuto ottantesimo e Fiorentina-Juventus si avviavano verso il risultato finale a porte inviolate, quando, ricorderà Bianchi,
« [...] Parte un lancio di Magli verso Pandolfini. Egisto scatta, tra lui ed il portiere c'è solo Carlo Parola; l'attaccante sente di potercela fare ma il difensore non gli dà il tempo di agire. Uno stacco imperioso, un volo in cielo, una respinta in uno stile unico. Un'ovazione accompagna la prodezza di Parola. »
Corrado, però è lesto e lo scatto non sfugge alla sua Leica e riuscirà a vendere la foto ad un giornale locale oltre che a troneggiare nel suo laboratorio. La Juventus quell'anno vincerà lo scudetto e cinque anni più tardi Carlo Parola passerà dal campo alla panchina come allenatore dopo una bella carriera calcistica.
Agli inizi del 1960 l'Agenzia Distribuzione Giornali dei Fratelli Panini di Modena ottiene un ampio successo commercializzando figurine di calciatori, inizia così, un pò per caso, un fenomeno che arriverà fino a noi. Nel 1965-66, la Panini decide di utilizzare sulle bustine delle figurine una rappresentazione grafica proprio della rovesciata di Parola immortalata da Bianchi. La realizzazione grafica sarà realizzata dal pittore Weiner Vaccari.
A distanza di molti anni quel simbolo è ancora l'icona del calcio, il suggello di un gesto atletico poderoso e uno dei più belli del gioco stesso del calcio. Troneggia ancora sull'album delle figurine Panini con i colori rosso e bianco in modo da non esser accomunato a nessuna squadra. Nel 1997 la rovesciata di Carlo Parola fu anche riproposta come copertina del disco degli 883 "La dura legge del goal", dove al posto della faccia di Parola c'era quella di Max Spezzali ad imitazione delle figurine.
E' uno strano caso questo, una fotografia che diventa icona e non è riprodotta in forma fotografica (un po come successe più tardi per le foto del Che Chevara) ma è riprodotta in forma stilizzata proprio a dare maggior risalto al gesto e al simbolo piuttosto che alla foto in se e ai suoi autori (Parola che l'ha eseguita fisicamente e Bianchi che l'ha catturata). Si narra infatti che la Panini remunerò Parola per quell'immagine solo molti anni più tardi per intercessione della Juventus.