È morto Robert Frank che raccontò l’America senza veli degli ‘50 innovando il modo di raccontare attraverso le immagini.
Read MoreL'arte della Street Photography
Che cos'è street photography? Rick McCawle ne discute al Miami Street Photography Festival analizzando la fotografia di Cartier-Bresson, Doisneau, Winogrand, Elliott Erwitt, Robert Frank, Koudelka, Salgado e Alex Webb.
Mc Cawle analizza cosa si intende per street photography e come i vari autori l'hanno interpretata, ognuno con le sue particolarità e la propria espressione.
Ma l'essenza della sua analisi è una meravigliosa frase finale dell'autore:
La "Street Photography è come catturare un pesce con le nudi mani"
Ho visto "Gli Americani" di Robert Frank
La mostra di Milano su "Gli Americani" di Robert Frank presso la sede Contrasto in Galleria Meravigli, è un'occasione imperdibile per soffermarsi sulla fotografia dì questo grande autore.
Robert Frank narra la vita così com'è. Egli è lontano dal "momento decisivo" di Bresson o da una certa fotografia documentarista più posata e ricercata. La sua fotografia fu dirompente proprio per questo aspetto: narrare la vita, e le contraddizioni, degli americani attraverso il paese. Il suo sguardo non è ne giudice ne ricercatore, è semplicemente testimone; testimone di un epoca e di quello che accade agli americani mentre attraverso il vasto Paese. Si ritrova così a fotografare di funerali, incidenti stradali, feste o semplici momenti di ristoro.
Soffermarsi davanti alle sue fotografie in bianco e nero è un momento per riflettere anche su come oggi si intenda street photography, forse troppo legata ancora ai canoni bressoniani della ricerca piuttosto che della narrazione. In questo l'opera di Frank è di assoluto rilievo soprattutto se considerata nella sua interezza invece che come singole istantanee.
Le fotografie di Robert Frank non sono tecnicamente impeccabili come ci hanno abituato i fitografi della Magnum, e forse per questo da loro rifiutato, ma, come ebbe a dire lui stessi, "stanno nel mezzo": "Lascio a voi la scelta. Le mie fotografie non hanno un inizio o una fine. Stanno nel mezzo".
Nel 1955 Robert Frank, svizzero di nascita americano d'adozione, ottiene una borsa di studio per girare gli Stati Uniti e documentare la vita degli americani. Curiosamente dichiarerà di voler svolgere anche un lavoro artistico oltre che di documentazione. Armato di una sola Leica 35mm userà diversi lenti ed eseguirà anche tagli decisi in fase di stampa ai suoi scatti. Erede di Walker Evans, dichiarò che "la vita non può lasciare indifferente il fotografo".
Pubblicherà il suo lavoro nel 1958 dapprima in Francia con una serie di 83 foto, selezione di oltre 27mila scatti. Il suo libro divenne un oggetto di culto ed oggi le prime edizioni hanno costi elevatissimi. Curiosità: tutte le foto della mostra di Milano sono firmate dall'autore in basso a destra.